La verità cambia

Capita di leggere spesso che il concetto di verità è un concetto soggettivo e per tale motivo non rispecchia la realtà che, al contrario, può essere descritta dai fatti, e poiché i fatti sono uguali per tutti (così pensano alcuni) la realtà è la sola verità. Giorni fa guardavo questa foto dove ero intento a sollevare da terra più di 200 kg; ho pensato: quell’uomo non c’è più. Quella realtà è mutata. Anche quella foto ed io all’epoca eravamo una verità reale, provata dai fatti, non si trattava di una chiacchiera, un’opinione, un modo dire. Quei pesi pesavano, accidenti!

Immaginate cosa accadde il 20 febbraio del 1943, in Messico a Parìcutin, quando gli abitanti di quella città videro nascere, nel posto dove andavano solitamente a seminare, un vulcano; un vero vulcano. La loro realtà mutò per sempre.

Quel modello di realtà, che gli stessi abitanti  non immaginavano potesse cambiare, almeno in quel modo così repentino,  dove i loro antenati avevano vissuto per centinaia di anni, era mutato per sempre.  A questo punto avrebbero dovuto  per il futuro astenersi dal descrivere ai loro figli o nipoti quel mondo, un tempo reale, mutato per un fatto accidentale?

Ora rovesciamo la cosa e proviamo a raccontarci che la realtà non è la verità dal momento che i fatti ci dimostrano che le cose cambiano, e cambiano continuamente. Allora cosa sarà la verità?

Ipotizziamo che la verità sia la scienza, il sapere scientifico. Anche qui rimane intatto lo stesso problema di prima, dal momento che la scienza è legata al progresso, pertanto ad un divenire continuo e incessante.

Allora la verità apparterrà alle religioni? Perché alla fine la verità assoluta potrà essere solo divina. Lo pensava Galileo Galilei, che avviò quel processo di matematizzazione della natura e come fece lo stesso Descartes.

A pensarla al modo loro, l’uomo  poteva aver conoscenza vera del mondo, attraverso la matematica, e  allo stesso modo di dio, con la sola unica differenza che essendo finito, l’uomo, non poteva che accontentarsi di una parte, mentre Dio era in grado di una conoscenza infinita.

Senza dilungarmi troppo in questo post, ipotizziamo qualcosa di diverso. Diciamo che possa esistere per necessità il concetto di verità, e ipotizziamo, inoltre, che tale concetto sia venuto alla luce grazie alla prima forma di conoscenza dell’uomo: l’immaginazione.  All’inizio sono sorti un po’ di guai soprattutto immaginando che con i sacrifici umani destinati agli dei si potessero calmare quelle forze della natura scatenate dagli stessi dei e favorire quanto meno la sopravvivenza  della tribù.

Poi, l’immaginazione ha prodotto modelli di pensiero più raffinati fino a fargli assumere la forma di verità assoluta. Sono solo ipotesi, stupidaggini, senza fondamento le mie. Però andando avanti su questo tipo di ragionamento, potremmo accorgerci che, come muta la realtà umana (nasciamo piccoli bimbi, inermi, cresciamo e alla fine invecchiamo morendo), muta anche la realtà delle cose.

Non potremmo concludere questo ragionamento  potendo pensare che ogni uomo, a modo suo, è portatore di verità? Il contadino avrà la propria verità/realtà, allo stesso modo lo scienziato, così l’ubriaco, il malato e ognuno di noi, infine. Insomma, ogni essere umano nessuno escluso è portatore di una qualche verità, la quale certamente non potrà mai avere valore assoluto.

Voglio esprimere una verità tutta mia, ma parziale naturalmente:

Non esiste cosa peggiore che non ascoltare le ragioni dell’altro come hanno fatto certi politici in questi ultimi anni, credendo di essere portatori di una verità assoluta e di valori indiscutibili (probabilmente la loro ostinazione era portatrice di interessi). Non mi sento di escludere, le religioni che non ammettono discussioni, ma che al fine di perpetuare se stesse sono costrette a scendere a patti col divenire, rendendosi patetiche se non ridicole e tradendo un pensiero originario ritenuto sacro, dal momento che il logos non potrà avere più valenza di immutabile oggi. Quando un simbolo diventa semplicemente un segno, quel simbolo ha perso per sempre la potenza del sacro. Peggio ancora se diviene una disciplina per meri uomini di fatto.

I politici di cui sopra hanno pagato le conseguenze di questa loro arroganza,  soprattutto un certo pensiero politico che dava per scontata una  superiorità che non ha mai avuto.

la realtà muta
1997 – allenamento di Antonio Onorato con oltre 200 kg