Galilei, a detta di Husserl, preparò il dualismo Cartesiano, cioè la distinzione tra la sfera psichica e la sfera corporea (anima/corpo), è certo che sulla scorta di questa nuova razionalità nascerà l’esigenza di una nuova psicologia – in quanto la mente diverrà qualcosa che si pretenderà di misurare.
Il modello di sapere e di reale a cui ci ha portato tutto questo è quello per cui esiste un mondo in sé e per sé indipendentemente da come lo osserviamo o lo percepiamo, tale mondo esiste in modo assolutamente oggettivo e ogni fenomeno può essere misurato e segmentato.
Non aggiungo altro, nonostante la grandezza di Cartesio con questo nuovo modello il senso della vita è andato perso, e vi lascio alla suggestione di questa strana poesia.
Contro Cartesio
Non ho chiesto nulla alla vita
e sono cresciuto con amore misurato.
Mia madre si è allontanata da me
appena ha potuto
ha ignorato i tiepidi ululati di paura
e le ferite inferte dai miei simili.
Ho imparato a nutrirmi con le mie forze,
a volte, maldestramente e
rischiando la vita.
Molto spesso il cibo mi è stato
sottratto da chi era, sul momento, più duro di me
ed ho accettato la cosa.
Non ho conosciuto mio padre
ma non me ne importa
non ho bisogno di lui;
sono così libero da mostrare i denti
a chiunque abbia cattive intenzioni.
Ora, che sono maturo, ho conquistato
lo spazio che spetta al mio orgoglio.
Pretendo ed ho il rispetto dei miei simili.
Sono pochi a poter dire altrettanto.
A volte, mi ritrovo affamato;
soprattutto d’inverno, e allora caccio
da solitario
quando la magica neve ricopre
la terra e le mie zampe affondano
in essa, allora, di notte,
mentre il freddo incalza
e sento il pelo che si rizza, riscaldando la mia carne,
allungo il collo verso uno squarcio di nubi
per cercare la luna piena
e ululare: io sono e questo è il mio spazio!
E questo è il mio coraggio! Tutto ciò è dentro me.
Tanto mi basta per esistere,
per affermare la mia presenza;
e ringrazio, la luna,
dal profondo della mia anima
la ringrazio di essere lupo e di non avermi fatto uomo.